L’Immacolata nella storia - Milizia dell'Immacolata Zona Bagheria

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Il ruolo che la Provvidenza ha attribuito all’Immacolata è determinante per la storia della salvezza, poiché senza Maria non vi sarebbe stata l’Incarnazione del Verbo divino. Tale ruolo è determinante altresì per la salvezza di ogni singola anima;
infatti «è compito dello Spirito Santo formare sino alla fine del mondo le nuove membra dei predestinati del Corpo Mistico. Ma come il Beato Luigi Grignon dimostra, quest’opera viene portata a compimento con Maria in Maria e attraverso Maria» (San Massimiliano Kolbe, SK 1229). Il Magistero ecclesiastico ha, inoltre riconosciuto la Sua centralità nella lotta contro gli errori che hanno, nei secoli, afflitto l’umanità e la Chiesa; ed è così che quest’ultima ne canta le lodi: «Tu sola hai distrutto tutte le eresie del mondo intero».
Noi sappiamo che «tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall’origine del mondo; che durerà, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno» (Gaudium et spes 37).
Ebbene, Colei che è particolarmente deputata, dalla Genesi all’Apocalisse, a dirigere questo immenso conflitto è proprio l’Immacolata, la cui presenza nei momenti cruciali della storia è stata determinante per la salvezza del popolo cristiano.
Nel 1091 aiutò il popolo di Scicli a respingere uno sbarco saraceno teso a riassoggettare la Sicilia all’Islam. Tale avvenimento viene ricordato nel paese da una grande statua che raffigura la Vergine armata a cavallo con il titolo di “Regina delle milizie”.
A Lepanto, nel 1571, e nel giorno della Madonna del Rosario, saranno le preghiere a Lei rivolte a salvare l’Europa dall’invasione turca, come i cristiani del tempo unanimemente e formalmente riconobbero.
Ed ancora a Vienna, nel 1683, nel giorno del Nome di Maria, trentottomila cristiani, dopo preghiere e penitenze, agli ordini del Padre Marco d’Aviano cappuccino (Il ‘Padre Pio’ dell’epoca) misero in fuga ben cinquecentomila turchi che avevano posto l’assedio alla capitale del Sacro Romano Impero e che da lì contavano di sciamare per tutta l’Europa, per abbeverare infine i cavalli nella fontana di S. Pietro.
Ma il nemico che oggi si presenta alle porte della cristianità «si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa di essere violento e subdolo. In questi ultimi secoli ha tentato di operare la disgregazione intellettuale, morale, sociale dell’organismo misterioso di Cristo. Ha voluto la natura senza la grazia; la ragione senza la fede; la libertà senza l’autorità; talvolta l’autorità senza la libertà. E’ un nemico divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza che lascia anche attoniti: Cristo sì, Chiesa no. Poi, Dio sì, Cristo no. Finalmente il giudizio empio: Dio è morto; anzi, non è mai stato» (Pio XII, 12/10/52)
E’ quindi un nemico sopratutto (ma non solo!) culturale-politico-ideologico, la cui azione ha segnato anche i cristiani che «immersi nel relativismo intellettuale e morale, e perciò nel permissivismo, sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva» (Giovanni Paolo II, 7/2/81).

«Io porrò inimicizia tra te e la donna tra la tua stirpe e la sua stirpe;

questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno»

(Genesi 3, 15)

Se, del resto, la scristianizzazione e la desacralizzazione del mondo in cui viviamo hanno un’origine preternaturale, che si è sviluppata secondo la citata analisi di Pio XII, il fenomeno opposto, compete a Maria, a cui Dio ha riservato di schiacciare il capo del demonio. Quanto ciò sia attuale ce lo ricorda San Massimiliano Kolbe: «Viviamo in un’epoca che potrebbe essere chiamata l’inizio dell’era dell’Immacolata» (Miles Immaculatae, 1939); «…..sotto il suo vessillo si combatterà una grande battaglia e noi inalbereremo le Sue bandiere sulle fortezze del re delle tenebre. E l’Immacolata diverrà la Regina del mondo intero e di ogni singola anima, come la beata Caterina Labouré prevedeva» (S.K., Lettera a Padre Floriano, 1931).
E’ stata Maria ad iniziare la storia della salvezza e sarà Ella a completarla. A noi il compito di costituire il «calcagno di Maria e cioè gli umili servi e figli che Ella susciterà per muovergli [al demonio] guerra» (Trattato della vera devozione a Maria, S. Luigi Maria Grignon de Monfort) … calcagno umile, insidiato dal morso del nemico, ma decisivo per schiacciare il capo del diavolo.
A noi il compito di preparare nel XXI secolo quel regno di Maria, profetizzato dai Suoi Santi e da Lei stessa promessoci a Fatima:

«INFINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’»




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